Luigi Dania - Associazione Peschi

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Luigi Dania

 

La scultura di Umberto Peschi
Ribelle alle convenzioni e alle lusinghe della ufficialità, lo scultore Umberto Peschi si è
indirizzato sino dagli inizi del suo operare verso le vive esperienze del nostro tempo ed è
pervenuto ad un linguaggio coerente che svela una sincera meditata partecipazione.
Scultura non facile la sua, improntata alle origini ad una indubbia vitalità, ed oggi ad un
ordine, misura, chiarezza.
Iniziata la propria formazione a Macerata -la sua città natale, dove si era costituito un
gruppo di futuristi tra cui ricorderemo i pittori Monachesi, Tano e Tulli - a contatto in
frequenti soggiorni a Roma con alcuni protagonisti del secondo futurismo e principalmente
con Enrico Prampolini, egli si è volto verso una precisa disamina della lezione di Boccioni,
cogliendone la vivificante forza novatrice.
In comunione di intenti con Mino Rosso è andato gradualmente sviluppando una plastica
dinamica.
Sono gli anni in cui Marinetti tenta di opporsi alla retorica imperante con la conferenza
sull'Italianità dell' arte moderna e la partecipazione dei futuristi alle Biennali e le
Quadriennali, gli anni del primo astrattismo italiano - l'unico movimento di rilevanza
europea i cui fautori Licini, Soldati, Veronesi, Reggiani, Fontana sono derisi dai
benpensanti - gli anni di « Corrente » e dell' antagonismo tra premio Bergamo e premio
Cremona.
Il dinamismo caratterizzerà Peschi anche nel primo dopoguerra, quando in aperti orizzonti,
con intensa attività - dopo una breve fase in cui essenzializza come archetipi le sue
figurazioni non ignorando le conquiste di Moore, di Gargallo e di Archipenko -instaura un
suo nuovo dialogare spoglio ed immediato, dai ritmi essenziali e continui.
L' astrattismo è una logica conseguenza: una esigenza di rigore e la necessità di una
ricerca più impegnata lo portano ad organizzare le sue forme in un ordine esatto ed a
giungere a nuovo equilibrio costruttivo.
Nascono così le sculture dell'ultimo periodo in cui egli si arricchisce di apporti congeniali ed
affronta una approfondita ricerca spaziale.
Nella attuale rassegna è possibile seguire lo sviluppo della sua arte sino ai recenti
raggiungimenti in cui la visione appare più decantata, l'impostazione più rigorosa, intensa
ed espressiva.

Luigi Dania

(dal Catalogo Premio Marche 1962, sesta mostra nazionale di arti figurative, Ancona 9-30  settembre 1962)
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La ricerca formale di Umberto Peschi
Sviluppando il suo mondo su premesse di una vivificante cultura europea, dopo una prima
intensa esperienza futurista, Umberto Peschi si è indirizzato nell'immediato dopoguerra
verso la poetica astratta. Il suo dialogare è diventato sempre più meditato ed autonomo.
Con disciplina e lenta maturazione egli ha conquistato una rara purezza formale. Le sue
strutture verticali ed orizzontali, nate da precisi rapporti e misure, elaborate con ferma
sottigliezza di esecuzione, severamente isolate o commiste in bilicate sequenze di piani e
volumi, discoprono nella loro assolutezza geometrica e architettonica una precisa
esigenza di memoria neoplastica. Rigore intellettuale, lucidus ordo, mai disgiunti da
particolare energia e viva sensibilità. Nelle ultime opere la problematica della ricerca è
ancora più complessa. L'adozione di moduli è contenuta in equilibrio serrato e costante
mai chiusa e una funzione nuova assumono i volumi e i piani costruttivi, attraverso tagli
calibrati ritmati in immagini che evidenziano misure di spazio-tempo.

Luigi Dania

(Dal piccolo catalogo “Antologia di Punto: 6 - Peschi” a cura di Luigi Dania per la collana  di Vanni Scheiwiller All’insegna del pesce d’oro – Milano 1965)

 
 
 
 
 
 
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