Luciano Marziano - Associazione Peschi

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Luciano Marziano

 


L'identità artistica di Umberto Peschi

L'identità artistica di Umberto Peschi si definisce nel tempo e nel clima di quella stagione artistica che, convenzionalmente, viene definita Secondo Futurismo. Di questo esprime la tendenza al ripensamento della materia, alla riflessione sulle strutture espressive, al meditato rapporto con l'opera che, avulsa da un eccesso di ideologismo che aveva caratterizzato il Futurismo, transita in un terreno di quasi sacralità. Di qui il privilegiamento di aggregazioni simboliche che, utilizzando stilemi futuristi, sottolineano I'emblematicità di una condizione di coscienza. Autoritratto di aviatore e Oasi di pace del 1939-41 sono indicativi di questa situazione. L'incidenza meditativa è affidata all'impiego del legno la cui lavorazione era più complessa rispetto alla pittura ai fini del raggiungimento della simultaneità proclamata da Marinetti perché, come afferma Maurizi in una pregevole monografia su Peschi "i problemi apparivano più difficili in quanto dovevano essere superate realtà contingenti quali il peso e la massa, dati oggettivi e irrinunciabili dell'evento artistico". La lunga assuefazione di Peschi con il materiale risalente ai primi anni di operatività e condotta senza tradimenti e tentennamenti, hanno indotto l'artista ad una padronanza in forza della quale gli è stato e gli è consentito di fornire risposte alle domande che l'arte moderna pone, istituendo una continuità di rapporti dal materiale alla espressività in una organicità di comunicazione che non disattende le scansioni didattiche: laddove con questo termine si intende il coinvolgimento partecipativo del fruitore. Questo percorso, in brevi momenti, è approdato anche alla rappresentazione figurale, quasi un passaggio obbligato ai fini di verificarne la ridondanza e, quindi, di acquisirne il superamento per indurre l'indagine e la ricerca verso la essenzialità e la primarietà delle strutture. Alla fine degli anni quaranta la rappresentazione declinava verso una evanescenza figurale che, agganciandosi al livello concettuale, sottolineava il movimento come in Ritmi di danza. Il titolo è già indicativo di una ipotesi di lavoro perché, al di là dell'azione, all'artista interessava esplicitare l'evento compositivo. È il passaggio nel terreno dell'astratto, tuttavia, ancora riferito ad un piano di emotività che evoca le forme arrotondate, sinuose di Termitaio del 1956 nelle quali viene immesso un alto coefficiente di flusso spaziale, di incidenza luministica. È una pulsione ad un ordine razionale come riflesso di un ordine interno e che, quindi, spinge ad una progressiva pulizia. La linea retta, l'angolo dei Divisibili del 1959 immettono il lavoro di Peschi nell'ambito di un Costruttivismo nel quale il contenuto dell'opera è dato al suo modo di porsi in opera e, dunque, dalla semplificazione dei rapporti dei piani plastici. Pervenuto a questo momento di estrema semplificazione, Peschi ingaggia quasi una sfida con se stesso, revocando in causa il suo mondo interiore che, tuttavia, si dipana in una complessità nella quale materia, forma, concezione esistenziale si amalgamano in una totalità pregnante e densa. A tal punto, appare come una istanza ad una operazione quasi avvolgente che procede verso una perspicuità linguisticamente complessa. Il legno diventa il luogo della testimonianza di eventi che mentre suggeriscono più ampie e profonde implicazioni esistenziali, accentuano gli aspetti comunicativi del materiale. l Moduli, i Divisibili del 1967 si diramano in un ventaglio di proposte che vanno dalla esposizione primaria delle strutture dell'essenza ad una loro ricomposizione plastica che rimanda a modulazioni scultoree. La memoria di un lontano èlan futurista, coniugato alle ricerche ottico- percettive consentono all'artista la formulazione di un discorso erpicantesi per assemblaggio modulare, per torsioni che recepiscono il fluire interrotto di luce e spazio suggerendo la virtualità di un tempo infinito. È un virtuosismo d'alta classe in forza del quale il rigore progettuale, l'assunzione della cellula modulare si manifestano in una caleidoscopicità di suggestioni la cui completezza è affidata al tasso di partecipazione del fruitore.

Luciano Marziano


(Dal pieghevole della mostra "Umberto Peschi: la modulazione dello spazio" alla Galleria Spazio Alternativo, Roma febbraio-marzo 1982)

 
 
 
 
 
 
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